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Mal di testa resistenti a terapie? La questione dei denti del giudizio – Esempi.

Indice

Iniziamo con i casi di nevralgia erpetica perché mi permettono di dare degli esempi molto chiari dell’effetto focale dei denti del giudizio.

Il Dr. K. McAllister (di Leicester) mi ha inviato delle note riguardanti una 25enne affetta da una nevralgia che era in relazione con un persistente herpes sotto l’angolo della bocca sul lato destro. La donna si rivolse al dentista perché in un paio di occasioni le era sembrato che i dolori nevralgici partissero dalla mandibola. Un dente del giudizio ritenuto era la causa. Anche l’herpes scomparve pochi giorni dopo l’estrazione dentale.

La D.ssa Helen Boyle ha riportato un caso simile in cui la nevralgia erpetica sul lato destro della testa spariva quando veniva rimosso un dente del giudizio impattato dallo stesso lato.

Il Dr. H.C. Semon ci parla della figlia di un suo collega, 30enne, che aveva avuto una nevralgia erpetica per un intero anno. Solo l’estrazione del dente del giudizio la liberò definitivamente da quella condizione. Il dente del giudizio era fuoriuscito nella giusta direzione ma non completamente. I raggi X mostravano una certa vicinanza delle radici del dente del giudizio con il nervo mandibolare. Al follow-up di due anni dopo si poté stabilire che non c’erano state ricadute della condizione nevralgica.

Il Dr. J. Edgley Curnock mi ha riportato una sua osservazione di nevralgia erpetica come complicazione post-operativa dell’estrazione di un dente del giudizio incluso.

Nel caso di nevralgie di natura ignota ci sarebbe forse la necessità di stressare l’importanza d’indagare i denti anche quando questi sono del tutto asintomatici, ma molti miei colleghi mi direbbero che questa mio zelo è quasi superfluo. Chi mai può infatti negare tutte quelle osservazioni che i medici fanno quasi quotidianamente secondo cui i dolori nevralgici sono da mettere in relazione con la carie profonde o altre patologie dentali? Quante volte dobbiamo dimostrare o richiamare l’ovvio?

Dei tantissimi casi di nevralgia di origine dentale da me raccolti, vorrei iniziare a parlare innanzitutto di quelli dove la condizione era scambiata per tic doloroso.

Macphee (1932) ha riportato due casi. Una donna di 55 anni con una storia di nevralgia intermittente da oltre 35 anni fu completamente guarita grazie all’estrazione di un dente del giudizio inferiore sinistro che si trovava in posizione orizzontale. Un giovane di 17 anni fu trattato per un intero anno con larghe dosi di quinina per una grave nevralgia senza causa dentale apparente. I raggi X mostrarono che entrambi i suoi denti delle arcate inferiori erano orizzontali e la loro estrazione portò alla scomparsa definitiva dei disturbi cronici.

Andre (1930) ebbe una paziente 40enne con una nevralgia del lato destro per la quale era stato consigliato un’operazione del ganglio gasseriano. Un’iniezione di alcool canforato aveva dato un sollievo temporaneo solo la prima volta. La patologia era accompagnata a volte anche da fuoriuscita di pus dall’orecchio. I raggi X però rivelarono la vera causa del problema della donna: un dente del giudizio superiore faceva pressione sulle radici del molare adiacente.

Buchanan (1927) si è trovato di fronte ad un’intensa nevralgia che richiamava quasi la situazione di tic doloroso, in un paziente che aveva cercato per anni invano una soluzione per risolvere. Il giovane, disperato per non riuscire a trovare una soluzione, aveva scelto la strada della dipendenza da morfina e simili, come unico mezzo di alleviare i disagi cronici. Quando gli rimosse i due denti del giudizio superiori sparirono improvvisamente tutti i suoi sintomi nel giro di tre settimane.

Jarzab (1933) fu in grado di dimostrare la correlazione di una grave nevralgia del trigemino con con un quarto molare, che compariva affianco ad un terzo molare imperfettamente sviluppato. La paziente di 28 anni guarì perfettamente al momento della sua estrazione.

Una paziente del Dr. Dawson Buckley (Nizza) soffriva di grave nevralgia, perdita di sonno ed emicrania.

I denti erano tutti presenti ed erano tutti in buono stato. I raggi X però rivelarono un dentino in soprannumero, impattato e che faceva pressione sul dente del giudizio adiacente. L’estrazione di entrambi questi denti portò alla scomparsa dei mal di testa della giovane.

Morel (1910) ci parla di un paziente che soffriva di una terribile nevralgia per la quale minacciava il suicidio. Alla fine si scopri la causa. Erano le radici di un secondo e un terzo molare che si erano fuse insieme.

Il Dr. Galway Murray ebbe un paziente 47enne che aveva sofferto per cinque anni di attacchi di dolore del lato sinistro. I mal di testa riguardavano la zona temporale destra e anche l’occhio. Non aveva più denti sull’arcata superiore, ma i raggi X rivelarono un dente del giudizio a sinistra e quando questo fu rimosso i suoi problemi scomparvero del tutto. Una nota su una paziente 22enne fu inviata dal Dr. E.D. Davis. In questo caso una grave nevralgia del trigemino che riguardava anche il nervo auricolo-temporale destra si risolse quando fu rimosso un dente del giudizio inferiore destro.

Il Dr. H. E. Harris (Bristol) descrisse una caso abbastanza drammatico di un 45enne in cui né le iniezioni di alcol né la rimozione di una porzione del nervo dentale inferiore avevano portato risultati contro una grave nevralgia. I dolori persistevano e la sua vita fu veramente penosa. Ma quattro anni dopo il chirurgo Sir Victor Horsley rimosse il glanglio Gasseriano e questo lo curò. Circa 15 anni dopo però, quando le radiografie dentali erano divenute più comuni, fu trovato un dente del giudizio impattato, che appunto il Dr. Harris conosceva come una causa comune di guai di questo tipo.

Il Dr. E. Miles Atkinson (Bath) riporta il caso di una donna di mezza età che aveva una grave nevralgia del trigemino della prima e seconda divisione ed aveva provato qualsiasi tipo di trattamento, incluse iniezioni di alcol. La paziente era stata infine inviata da lui per indagare eventuali correlazioni con il sistema otorrino-laringoiatrico. Ma non era nemmeno questa la causa. Infatti i raggi X rivelarono la presenza di due denti del giudizio impattati, tolti i quali gli attacchi sparirono definitivamente.

R. V. Bradlaw riporta di una 30enne che già da nove mesi soffriva di un grave dolore occipitale che arrivava fin giù al collo. Gli attacchi più intensi culminavano in visione sfocata e vertigini. Il suo dottore le aveva diagnosticato nevralgia emicranica e prescritto “Luminal”. Fu controllato lo stato dei seni mascellari, ma risultarono normali. Sorse un dubbio sul dente del giudizio in basso a destra e il molare ad esso adiacente. Uno specillo fu introdotto nella gengiva del secondo molare e andò ad incontrare proprio il dente del giudizio adiacente impattato. Le emicranie sparirono e il paziente non soffrì di nessun altro tipo di dolore a partire dal momento in cui questo dente del giudizio fu estratto.

M. Padgett mi ha segnalato la guarigione di un giovane laureato in medicina che voleva essere inviato al fronte, ma era stato rigettato a causa dei frequenti violenti attacchi di nevralgia del trigemino che lo costringevano ogni volta al riposo assoluto a letto. Aveva consultato eminenti dottori senza risultati. Era stato anche operato due volte al seno mascellare frontale ed aveva avuto anche due operazioni al ganglio gasseriano. Proprio perché tutto questo si era rivelato inutile, decise infine di accettare il consiglio del Dr. Padgett di fare i raggi X. Il dente del giudizio inferiore sinistro era in condizioni pessime. Innanzitutto era quasi orizzontale e poi le radici avevano già subito una erosione. Con qualche difficoltà il dente fu rimosso, avendo fornito al paziente sedazione parziale con protossido di azoto.

Fu proprio con questa estrazione che tutti i suoi problemi sparirono. Tre mesi dopo era già al lavoro come medico dell’esercito. Incredibile, commentava Padgett, con quanto ritardo si era arrivati a fargli fare una radiografia dei denti dalla parte affetta. Questo ritardo della diagnosi lo aveva spinto in una miseria fisica e mentale tale, che aveva spinto il giovane a pensare più volte al suicidio.

Le pubblicazioni di altri tre autori del tempo ci fanno capire ancora una volta quanto questa problematica fosse tenuta in conto a quel tempo.

Galezowski (1889) segnalò diversi casi di mal di testa, nevralgie ma, essendo oculista, soprattutto di patologie agli occhi curate semplicemente grazie a delle bonifiche delle infezioni dentarie silenti. Che davanti a lui arrivasse un paziente con retinite, con coroidite, con irite, con caratatta o con cheritite, ogni volta la prima cosa che faceva era chiedere di aprire la bocca e trovando un’infezione dentale o un dente impattato diceva immediatamente: “Questa è la causa del suo problema, gentile paziente.” Egli era convinto di aver trovato l’eziologia quasi universale delle malattie degli occhi.

L’altro autore che vorrei segnalare è Von Stellwag (1888). Egli argomentava con riscontri clinici e istopatologici che il centro d’irritazione dentale creasse metaboliti dell’infiammazione che viaggiavano attraverso il sistema ciliare e il nervo mandibolare fino alle regioni remote del sistema nervoso. La relazione clinica tra infiammazione cronica di origine dentale e affezioni del sistema nervoso era un riscontro ben noto alla comunità medica, scriveva l’autore nel suo articolo del 1888.

Hutchinson (1873), del London Ophtalmic Hospital, rimproverava la professione medica di aver dimenticato che la maggior parte dei disturbi dei centri di visione fossero originati dalle condizioni dei denti. “E’ molto importante,” diceva Hutchinson, “che sui pazienti con disturbi degli occhi venga effettuata una bonifica della bocca da denti infetti, denti impattati o resti di estrazioni dentarie non completamente riuscite.”

– La relazione tra infezioni orali e malattie dell’orecchio:

Focalità dei denti del giudizio, malattie resistenti

– La relazione tra infezioni orali e malattia dell’occhio:

(a.) Focalità dei denti del giudizio, malattie resistenti – Occhio

(b.) Amalgami, denti devitalizzati, cavitazioni, la mia storia…

Il discorso dei mal di testa e delle nevralgie causate da denti infetti veniva affrontato già nell’Ottocento.

Nel 1838 il Dr. Shearjashub Spooner si rivolgeva così ai colleghi: “Non credo sia il caso di dubitare ancora che le malattie dei denti siano in grado di causare dei disturbi fisici a distanza e che possano contribuire allo sviluppo di malattie sistemiche croniche.” E citava oltre alle sue osservazioni personali una quarantina di esempi di simili guarigioni pubblicati da Leonard Koecker in “Grundsätze der Zahn-Chirurgie” (Weimar, 1828).

Austin Flint (1868), allora presidente della American Medical Association, scriveva di aver osservato casi di nevralgia del trigemino che erano causati da denti cariati in profondità.

Hilton (1861) aveva anch’egli pubblicato dei casi di nevralgia dovuta a molari infetti, laddove molti altri medici non erano riusciti a far migliorare le condizioni dei pazienti in nessun modo.

Questo discorso dei mal di testa e delle nevralgie causate da denti infetti noi però ora lo affronteremo in un modo molto interessante e cioè concentrandoci sui denti con cure canalari (i denti devitalizzati) e quindi citando autori degli ultimi 60-70 anni.

Nel video seguente troviamo testimonianze sul discorso che i DENTI DEVITALIZZATI possano diventare CAUSA DI MAL DI TESTA. Seminari e interviste che ivi compaiono riguardano il Dr. Mike Jackson (IAOMT 2008), il Dr. Bruno Darmon (Francia 2009), il Dr. Mark Breiner (Connecticut 2010), il Dr. Wolfgang Koch (WDR Bonn, 2011), il Dr. Robert Gammal (Sidney 2006) e il Dr. Davo Koubi (1992).

Quest’ultimo è l’autore di “O LA BOCCA O LA VITA!” (Koubi 1991), nel quale riporta numerosi casi sia di mal di testa che di disturbi dell’umore risolti con le estrazioni di denti del giudizio. Koubi però nella sua pratica clinica ha osservato anche molti casi che riguardano i denti devitalizzati. Lui stesso riporta la sua osservazione secondo cui i mal di testa di cui soffriva da quindici anni sparirono solo nel momento in cui all’età di 31 anni andò ad estrarre un dente devitalizzato (I denti come causa di malattia, era noto da secoli).

Ho già pubblicato altrove un articolo che mostra guarigioni quasi miracolose di disturbi dell’umore avvenute dopo l’identificazione e la bonifica di infezioni dentali (Infezioni croniche dentali e disturbi dell’umore). Le relazioni neurofocali tra infezioni dentali e malattie autoimmuni o del sistema endocrino saranno oggetto di qualche altro mio articolo in futuro.

Andiamo ora a descrivere le pubblicazioni che descrivono mal di testa causati da denti devitalizzati. Henig (1978) ha dimostrato per esempio un’infezione da Streptococcus viridans in un incisivo superiore devitalizzato. Il paziente in questione aveva interrogato numerosi specialisti a causa di mal di testa, malesseri e uno stato epilettico che non trovava soluzione. Henig riscontrò un ascesso al cervello infettato da Streptococcus viridans, che si scoprì migrava proprio dall’incisivo devitalizzato che dovette essere estratto.

Casi in cui un dente infetto, di solito un dente devitalizzato con granuloma silente, dovette essere estratto per poter arrivare alla risoluzione di mal di testa, sono stati descritti abbastanza di frequente nella letteratura medica: Pompians-Miniac (1966), Hollin (1967), Struzak-Wysokinska (1967), Glonti (1968), Stevenson (1968), Uppgaard (1968), Bergouignan (1969), Dechaume (1969), Lewandowski (1970), Martinez Garcia (1971), Balogh (1972), Urmosi (1972 e (1975), Andra (1978), Gray (1978), Hamlyn (1978), Ingham (1978), Taicher (1978), Bayer (1979), Schotland (1979), Churton (1980), Hedstrom (1980), Mukharinskaia (1981), Perna (1981), Fromm (1984), Ries (1984), Vitzthum (1985), Aldous (1987), Guerin (1987), Becarevici (1988), Marks (1988), Saal (1988), Ogundiya (1989), Andrews (1990), Feldges (1990), Yun (1991), el Fakir (1993), Renton (1996).

Soffermiamoci nel dettaglio su alcuni esempi clinici in cui i mal di testa erano causati dai denti devitalizzati.

Perna e Liguori (1981) descrivono il caso di una 25enne che soffriva da due anni di nevralgia del trigemino, mal di testa pronunciati dal lato destro, laddove iniziò a svilupparsi anche analgesia. L’esame angiografico una pneumoencefalografia evidenziarono un allargamento del forame ovale destro con distruzione ossea della base del cranio a partire da una massa non-vascolarizzata. Una massa di degenerazione del diametro di 2-3 centimetri fu trovata nell’intervento neurochirurgico: aveva invaso il ganglio trigeminale e l’esame istologico rilevò un intenso processo infiammatorio oltre che una contaminazione fungina da Actinomiceti. Il sito primario di questa infezione da Actinomiceti fu trovato essere un’osteite periapicale del molare ipsolaterale, con granuloma che era sfuggito sia alle numerose recenti visite odontoiatriche che all’esame radiologico. Il dente estratto messo a coltura produsse appunto questo ceppo di Actinomiceti”. La sua estrazione portò ad una stabile guarigione.

Nel suo libro “The roots of disease” (2002), il Dr. Robert Kulacz descrive svariate guarigioni di mal di testa. Vediamo uno di questi casi descritto direttamente dalla paziente, che si riferisce alla presenza di denti devitalizzati: “Iniziai ad avere mal di testa nei primi mesi del 1999. Partivano dalla tempia sinistra e radiavano alla zona degli occhi le orecchie e fino a dietro la testa. Avevo periodi con e periodi senza mal di testa. Poi prima dell’estate del 1999 mi fu devitalizzato un dente nell’arcata superiore sinistra laddove in precedenza già ce n’erano altri due con cura canalare. Proprio quegli interventi per fare il nuovo dente devitalizzato fecero peggiorare di parecchio la situazione dei mal di testa. Ero costretta ogni giorno a prendere quattro pasticche di Advil ogni quattro ore per alleviare i dolori. Ci rivolgemmo più di una volta a specialisti di odontoiatria per capire se potevano spiegare quella connessione tra denti e mal di testa. Ogni volta però ci venne detto che i denti sembravano in ordine e le cure erano state fatte bene. Quindi si poteva assolutamente escludere che i denti o le cure dentali potessero peggiorare i mal di testa. Allora procedemmo alla risonanza magnetica, ad una visita con l’otorinolaringoiatra e ad un esame completo dal neurologo. Non c’era nessun esame fuori dalla norma, quindi i mal di testa erano sempre più un mistero. Tornai dal dentista, ci facemmo spazio tra le sue convinzioni che indizi a carico dei denti non se ne trovavano di nessun tipo e questa volta insistemmo sulla decisione nostra personale di far estrarre quell’ultimo dente che era stato devitalizzato. Ci fu un’infezione post-estrazione, infatti il periodonto non fu estratto, fu usato vasocostrittore e insomma si sviluppò una osteite da sacca ossea. Per varie settimane mi dava ancora fastidio e i dolori erano tali che dovetti prendere narcotici e non potetti andare al lavoro. Insomma l’estrazione fatta male aveva peggiorato la situazione.

Visto che nemmeno quello aveva funzionato, il dentista mi disse di recarmi ad una clinica del dolore, perché dal punto di vista odontoiatrico avevamo fatto tutto il possibile. Ero come non mai ad un vicolo cieco. Per fortuna nell’agosto 1999 mia suocera venne a conoscenza di tutti questi dettagli e mi disse di rivolgermi subito ad un dentista neurofocale che lei conosceva bene, il Dr Robert Kulacz. Gli spiegai i sintomi al telefono e lui aveva una risposta per tutto quello che era successo. Prendemmo un appuntamento per il giorno successivo.

Il Dr. Kulacz mi spiegò che il vasocostrittore usato in congiunzione con le cure canalari aveva favorito la formazione di un focus dell’osso mascellare. Gli altri denti devitalizzati presenti erano compromessi e dovevano essere tolti. Mi disse che sarebbe andato a togliere i due denti devitalizzati restanti e pulito l’osso secondo quello che era necessario e che si considerava ottimista per una risoluzione completa del problema. Detto, fatto! Due giorni dopo intervenne come detto e i mal di testa scomparvero per sempre. Scomparvero da subito. Non ho mai avuto più un mal di testa.”

Centinaia di testimonianze simili sono state raccolte anche dal Dr. Hal Huggins. Il suo allievo Ronald D. Hubbs, agopuntore, racconta: “Dieci anni fa c’era un dente devitalizzato di mia moglie che faceva un po’ le bizze, ma tre diversi dentisti le dissero che si poteva benissimo sistemare, bisognava solo sostituire la corona che lo chiudeva. Ma mia moglie aveva questi mal di testa, secchezza oculare e nevralgia del braccio solo dal lato destro, proprio dal lato del dente devitalizzato che faceva un po’ le bizze.

Perciò mi venne in mente di sospettare che l’opinione del dentista su quel dente fosse opinabile in qualche punto. Il mio incontro con il Dr. Huggins mi chiarì ancora di più le idee. Abbiamo seguito il suo consiglio di andare da un dentista neurofocale. Abbiamo deciso di estrarre il dente e guarda un po’, questo dente aveva un granuloma apicale! Questo lo abbiamo visto estraendo il dente, ma dalla ortopanoramica non si vedeva niente. Il mal di testa e le nevralgie del braccio sono sparite dopo l’estrazione del dente e non sono mai più tornate. La soddisfazione di questa esperienza è stata tripla. Da una parte quella di sapere di avere ragione, dall’altra quella di essersi liberati di disturbi pazzeschi che avevano angustiato mia moglie per mesi e mesi. E infine la soddisfazione di essere in grado di aiutare tantissime altre persone.

Diplomatomi di lì a poco come agopuntore, sono riuscito a mandare tantissimi pazienti da dentisti biologici a rimuovere denti devitalizzati. Ogni volta i risultati sono stati straordinari. Nessuna eccezione. Per esempio la madre di un mio buon amico era afflitta da una grave artrite reumatoide. Al test kinesiologico risultava che uno dei suoi denti devitalizzati era particolarmente problematico. Ho detto al mio amico di portarla dal dentista a far estrarre quel dente. In un primo momento era molto scettico ma, data la disperazione, ha portato la madre dal dentista che gli ha confermato la necessità di estrarre il dente. Una volta tolto, l’artrite reumatoide di sua madre ne ha tratto un beneficio enorme.

Potrei raccontarvi centinaia di storie come questa. Stiamo parlando dell’incompatibilità tra i denti devitalizzati e i pazienti con artriti e altre malattie infiammatorie croniche. Vedo un paziente dopo l’altro migliorare dopo che per anni altre strategie d’intervento medico avevano fallito e si erano perse le speranze di poter invertire il processo cronico degenerativo. I denti devitalizzati diventano al loro interno discariche e ritrovo di batteri anaerobici, mentre naturalmente la micro-circolazione intorno alla radice del dente che è stato devitalizzato è compromessa e innesca il terribile fenomeno dell’osteomielite ossea. Tutto questo è folle. Parlare di sviluppo di malattie croniche e sistemiche senza menzionare i denti devitalizzati!”

Un dentista di Cesena mi descrive un caso molto emblematico. Cefalee a grappolo iniziate a circa 8 anni, data che corrisponde all’incirca alle sue prime amalgame in bocca. La “cura” inizia con prescrizioni di Novalgina, 40 gocce per volta e al bisogno, per cui arriva a consumare due bottigliette al giorno di Novalgina, tutti i giorni. Questo fino a 25 anni, quando iniziò a soffrire di artrite reumatoide. Per questo ha iniziato una “cura” specifica, con antinfiammatori e cortisonici. E per il mal di testa? Per quello prendeva vari tipi di antidolorifici: tre compresse di Nimesulide e Voltfast, per tre volte al dì. A 28 anni finalmente un medico naturopata le sospese l’antidolorifico cominciando a drenarla. Però non c’era niente da fare per liberarla dal suo mal di testa quotidiano. A 29 anni giunse dal dentistico biologico di Cesena: “Abbiamo dovuto togliere un molare (il 46), non che lo faccia spesso di mia iniziativa, ma questo era proprio irrimediabile. Bene, è stato estratto e dalla sera alla mattina… la paziente ha riferito che i dolori alle ginocchia e sotto ai piedi sono completamente cessati! Pensa che per questo dolore ai piedi era andata anche a farsi fare dei massaggi shiatzu; le avevano detto che si trattava del fegato e le facevano dei massaggi oltre a prendere dei rimedi, ma nulla. Poi da una sera alla mattina, tolto il dente e tutto va a posto! Io non le ho neppure chiesto nulla, è stata lei spontaneamente a raccontarmi questa cosa!!!! Abbiamo anche tolto qualche amalgama dentale. Ora il mal di testa la paziente l’ha solo una volta alla settimana e leggero”.

Una paziente del Dr. Mark Breiner (“Whole Body Dentistry” 2005), Lucy, racconta: “Avevo un dente devitalizzato, sentivo che mi dava fastidio, faceva un po’ male, ma soprattutto avevo mal di testa, vertigini, fatica cronica. Avevo visto vari specialisti e non avevo mai sentito parlare della pratica del dottor Breiner. Io vivo nello stato di New York, come prima cosa andai da quattro dentisti nelle mie vicinanze per affrontare la questione e tutti mi dissero che i miei denti devitalizzati erano a posto. L’ortopanoramica non mostrava assolutamente anomalie. E quasi mi convinsero, forse la causa non era quello allora. Ero stata da vari medici convenzionali che mi avevano fatto tutti i possibili test. Stavo male. quando finalmente un’amica mi parlo’ del Dr. Breiner. Per fortuna era solo mezz’ora dalla mia abitazione. Fissammo una visita e dopo 5 minuti Breiner mi disse che si, il dente era molto infetto e consigliò di estrarlo. E nel momento in cui fu estratto la mia vita cambiò. I mal di testa scomparvero istantaneamente. Ora tutto è meraviglioso, il cielo azzurro, gli uccellini cinguettano. Non ero me stessa, ero proprio messa male, gli devo la vita. Ero sempre in balia di eventi di depressione ingiustificata che non è mai più capitato. Sono un’altra persona ora”.

Un’altra testimonianza è quella di un 54enne che ci ricorda che i denti muoiono a volte in un processo infiammatorio completamente silente e asintomatico localmente. Vediamo: «Due anni fa iniziai ad avere leggeri mal di testa, divennero forti un anno dopo e mi spinsero dal dottore che non aveva la possibilità di trovare per me nessuna spiegazione, dunque mi diressi dal dentista (le otturazioni di amalgama erano già state sostituite con i compositi) e in effetti lui trovò infetto un molare dell’arcata superiore sinistra. Il dentista mi disse che il dente era morto e che avrebbe dovuto fare una cura canalare. Sulle cure canalari avevo letto la documentazione da brividi di weston Price, George Meinig, etc. e le smentite della American Dental Association, lessi ancora di altre persone che avevano avuto problemi con denti devitalizzati e decisi che avrei estratto il dente. Mi recai dal dentista, che mi disse che era una richiesta insolita la mia, mi fece capire che secondo lui prendevo la decisione sbagliata basandomi chissà su quali informazioni strampalate. Ma una volta preso atto della mia determinazione non cercò di ostacolarmi. Che la decisione da me presa fosse quella giusta ve lo posso dire ora che ho fatto estrarre il dente. I raggi X del dente non mostravano niente che potesse far pensare ad un’infezione, fatto sta che in una delle radici del dente ci trovammo di fronte una grossa sacca di infezione che non compariva ai raggi X! Il dentista è rimasto impressionato come me. La sacca mi proteggeva dall’infezione “invisibile” nel dente ma con il tempo il mio sistema immunitario sarebbe diventato sempre più debole. Se avessi acconsentito a fare la cura canalare certamente i mal di testa sarebbero diventati la norma, e chissà che altro effetto a distanza sarebbe comparso più in là».

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Lorenzo Acerra

Lorenzo Acerra, Lorenzo Acerra, nato nel 1971, autore di libri, chimico. Competenze: danni da denti devitalizzati, danni da amalgama, mal di latte. Laureato in chimica industriale nel 1994, attivista per quasi dieci anni nell'ambito delle intossicazioni da mercurio, relatore ai seminari della Società  italiana di medicina funzionale (SIMF), E' stato uno dei soci fondatori dell'Associazione per la difesa dalle otturazioni di mercurio (ADOM). Ha pubblicato vari libri di medicina naturale tra cui i best-seller Denti tossici e Magnesio (Macro Edizioni).

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